La storia delle miniere di Arpy
È nella seconda metà degli anni Venti che si inizia a sfruttare in modo industriale il giacimento antracifero di La Thuile-Morgex. Già da secoli si estraeva antracite dal bacino carbonifero di La Thuile, come in tutto l’arco alpino tra la Savoia e il Vallese, ma in modo limitato al fabbisogno locale, al riscaldamento domestico e alla cottura della calce.
L’antracite viene estratta solo dal livello più superficiale, dove cioè lo scavo e il trasporto non sono troppo complessi. Si passa così di coltivazione in coltivazione, abbandonando la precedente. All’inizio del XIX secolo ha inizio uno sfruttamento dotato di una certa continuità in località Barbeblanche. Nel 1849 viene aggiudicata la prima concessione mineraria denominata Cretaz, che comprende le miniere di Barbeblanche, dove si lavora saltuariamente fino al 1916. Altre concessioni seguono a quella di Cretaz, e sono quelle del Villaret (1851) e del bosco della Golettaz (1852), in cui la lavorazione è però condotta senza alcun criterio direttivo e senza piani prestabiliti, durante la sola stagione invernale. Nel 1908 viene poi scoperto il giacimento del Preylet, che viene coltivato su tre banchi paralleli, e che tramite una teleferica è messo in comunicazione con la strada camionabile della Promise. Sul versante del comune di Morgex si estende il permesso di ricerca Lago e Torrente d’Arpy – Plan Rançon – Chabodey. Nel 1890 una compagnia mineraria francese compie nuovi sondaggi in diversi punti, installando anche una linea aerea, ma con scarsi risultati. Durante la Prima Guerra Mondiale, Gerolamo Gabencel, Tommaso Quinson e Pietro Cappard riprendono a sfruttare i filoni di Gubelin e Clou, per cederli poi ad un gruppo di industriali stranieri, che nel 1927 le passeranno a loro volta alla S.A.N. Cogne.
Prima dell’acquisto da parte della Cogne, nel 1926, tutte le miniere di antracite della zona operano in modo indipendente l’una dall’altra e già durante la guerra l’attività estrattiva era aumentata in modo considerevole. Nel 1919 iniziano i lavori di scavo nella miniera del Col Croce, la più sviluppata e meglio attrezzata, articolata su tre livelli a 40 metri uno dall’altro, con otto banchi coltivati. Da qui, prima dell’apertura della galleria ferroviaria verso Arpy. Il minerale viene trasportato in teleferica fino a Elevaz, dove viene caricato su autocarri e trasportato a valle.
Tutta la produzione delle miniere di La Thuile viene ancora messa in commercio senza subire alcun trattamento, se non quello di essere ridotta a dimensioni di circa 60 mm di diametro. Da un punto di vista geologico abbiamo già visto che il bacino di La Thuile fa parte di un’ampia fascia antracifera che parte dalla Maurienne, in Savoia, e si estende in Valle d’Aosta da La Thuile al Gran S.Bernardo, per proseguire poi in Svizzera. Oltre ai giacimenti di La Thuile nascono quindi varie coltivazioni minori in altri comuni della Valle, tra cui Morgex, La Salle e Saint Rhémy. L’estrazione viene però eseguita da persone prive delle competenze tecniche necessarie, aggravando la reputazione di bassa qualità del
carbone valdostano già presente per le sue caratteristiche naturali. Tutte queste miniere vengono però abbandonate alla fine degli anni Dieci, e solo a La Thuile l’attività prosegue, secondo uno sfruttamento più razionale e industriale, con l’acquisto delle concessioni da parte della Ansaldo-Cogne. L’acquisto delle miniere di Morgex, nel 1927, trasforma il bacino di Arpy in un attivissimo cantiere, con case per operai e minatori . A Valle, per agevolare il trasporto dell’antracite, viene prolungata la linea ferroviaria da Aosta a Pré-Saint-Didier, che viene inaugurata nel 1928, dopo appena due anni di lavoro.
Gli stabilimenti di Morgex nel dopoguerra hanno visto la chiusura definitiva delle miniere di La Thuile nel 1966 e all’apertura, nel 1964, della MorgexCarbo, stabilimento industriale finalizzato alla lavorazione di elettrodi ad uso industriale, che rimane operativo fino alla metà degli anni Ottanta. Dopo la sua chiusura, in seguito a numerosi anni di speranze e illusioni apre, sullo stesso sito in cui sorgevano la Cogne prima e la MorgexCarbo poi, lo stabilimento delle acque minerali tuttora in attività.
Ai giorni nostri, dentro alla galleria della miniera
La Cogne ha dato il via già negli anni 50’ all’utilizzo di parte delle strutture come colonie per i figli dei dipendenti. Successivamente il Comune di Genova ha acquisito gli edifici adibendoli esclusivamente a colonie per minori.